Una volta entrata in piena attuazione, entro il 2024, la riforma dovrebbe portare alla nascita del Tribunale della Famiglia ed alla scomparsa degli attuali tribunali per i minorenni. L’obiettivo generale è quello di accorciare i tempi dei procedimenti e di superare l’attuale frammentazione tra tribunale dei minori, tribunale ordinario e giudice tutelare.

Tutto ciò avverrà, però, per gradi. Lo snellimento delle procedure punterà, innanzitutto, sul fatto che l’iter di separazione non avrà più bisogno di un’udienza preliminare, ma saranno gli avvocati di ciascuna delle parti coinvolte a raccogliere tutti gli elementi per chiedere la separazione (prove, testimonianze, relazioni sui minori, ecc.). In questo modo, quando i legali presenteranno il ricorso al giudice, questo avrà già in mano una vera e propria istruttoria, potendo così procedere, entro tre mesi, all’udienza di separazione. Inoltre, già durante questi tre mesi, avendo in mano tutti gli elementi, il giudice potrà emettere provvedimenti cautelari (per esempio in caso di situazioni di pericolo di violenze), che andranno poi confermati o revocati entro i successivi quindici giorni.

E’ chiaro che, se il lavoro di raccolta del materiale da parte degli avvocati è stato completo e accurato, il giudice fin dalla prima udienza avrà in mano tutti gli elementi per poter già trovare un accordo e addirittura emettere la sentenza di separazione. Questo, d’altronde, è già il nostro modo per affrontare la delicata tematica del diritto di famiglia: sostegno al cliente sin dal primo incontro ed approfondimento degli elementi di fatto e diritto per prevedere ogni possibile evoluzione della vertenza. La riforma, inoltre, prevede la possibilità di inserire la domanda di divorzio già all’interno della causa di separazione, accorpando i procedimenti e risparmiando tempo e soldi.

Per quanto riguarda, invece, i minori, la riforma Cartabia stabilisce che questi vadano sempre ascoltati, naturalmente garantendo loro situazioni protette. Proprio per cercare di avere subito tutti gli elementi importanti in mano, la riforma prevede anche che, tra i documenti da presentare al giudice per avviare la causa di divorzio, ci sia il cosiddetto “piano genitoriale”, attraverso il quale i genitori spieghino come intendano regolare le attività dei figli relativamente alla scuola e alle attività extrascolastiche, nonché per le visite ai parenti e i periodi di vacanza.